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Il nomadismo umano spiegato dagli animali

Zoo a due”, una raffinata raccolta di Marino Magliani e Giacomo Sartori

Marino Magliani si conferma una delle voci più interessanti del panorama letterario contemporaneo. L’occasione è offerta dall’uscita del nuovo libro “ Zoo a due”, edito da Perdisapop e scritto con Giacomo Sartori. “Zoo a due” è, infatti, un’opera raffinata e brillante, con prefazione di Beppe Sebaste, con un disegno, in copertina, di Andrea Pazienza. Il testo si presenta nella forma di raccolta di racconti, intrisi d’immaginazione, nei quali gli animali raccontano la verità sulla propria vita. Marino Magliani, scrittore ligure, di misurata finezza, nato a Dolceto, un paesino della Val Prino (Imperia), dopo aver a lungo viaggiato, ha scelto di vivere in Olanda. Ha scritto fiabe, racconti, romanzi e libri di viaggio. Alcuni suoi lavori hanno ispirato “graphic novels” e cortometraggi. Fra le sue opere ricordiamo, “Amsterdam è una farfalla”, ed. Ediciclo e “La ricerca del legname” ed. Duepunti. L’autore adotta di solito una scrittura asciutta ed essenziale, che ricorda il vento e il mare, la solitudine e il silenzio. Nel suo ultimo lavoro, “Zoo a due”, composto di sedici racconti, “lascia” che siano gli animali, protagonisti assoluti, a parlare, a esprimere vissuti sorprendenti, che suscitano nel lettore emozioni forti. Uno zoo di sguardi molteplici sul mondo, fatto di sfide quotidiane, di paure e di speranze, che ricordano certe pagine di Jack London. Sono gli animali, in questo caso, a proporre il loro punto di vista sul mondo, a denunciare i limiti di un “umanesimo razionalista”. Sono loro a evidenziare gli aspetti balordi del dominio dell’uomo sulla natura. Attraverso la lettura si avverte il desiderio degli autori di voler affrontare il tema della frontiera. Di quella linea critica che separa “ l’umano” “dall’animale”, di quel margine che si presenta per sua natura sfumato e ricco di continue valutazioni.

La vita quando è nuda e offesa non presenta molte dissomiglianze. In questo libro, infatti, è la vita brulicante, debordante, pulsante a essere mostrata. Gli autori, implicitamente, ci chiedono: la vita in fondo cos’è? A questo interrogativo si rimane sospesi, mentre si segue la rotta, il viaggio, la navigazione dei “loro” animali, mossi dall’intuito e dalla saggezza. Per questo motivo “Zoo a due” è un libro sulla vita, o per meglio dire, sulla navigazione, sul vagabondare, sull’errare. Un libro, con storie di animali narrate in prima persona, che si trasforma presto in un “trattato sul nomadismo”. La sua struttura è originale. E’ un percorso a più voci, dove i protagonisti si presentano spiazzanti e differenti. La parte firmata da Giacomo Sartori, agronomo che vive fra Parigi e Trento, è un vero e proprio catalogo con geografie che vanno dal Polo Nord alle dune nordafricane. Storie che narrano figure sempre differenti e che si svolgono in luoghi indeterminati, come nella migliore tradizione fabulistica. In esse si riferisce di formiche asociali e libere, di orsi polari e freddolosi. Si accede all’infintamente piccolo, come nella descrizione dei tormenti di un organismo monocellulare, o alla meraviglia, seguendo le vicende di un canarino che ama la sicurezza della propria gabbia. Nei racconti non manca un polipo narratore, un dromedario, uno scarafaggio e una cagnetta alle prime esperienze amorose. Invece, il passo impresso da Marino Magliani ai suoi due racconti, è quello di un andante viscerale, intriso di calore dell’entroterra ligure e segnato dal dramma di una creatura impotente e sradicata. Le due novelle raccontano la storia di due cani, di un padre e di un figlio. Il primo è “portato a perdersi” dalla costa ligure sulle colline dell’entroterra. Proverà a ritornare dal padrone ma, attratto dal mare, imboccherà la via del molo. Il secondo seguirà il suo destino, ovvero il cammino del padre. E’ l’epopea di un cane che inizia la sua erranza, alla ricerca di un dove e di un senso, proprio come accade a tanti umani illustri. Un cane, insomma, che sogna, vagabonda, progetta viaggi, studia l’architettura dei ponti e ascolta i poeti. Pagine che incrociano lo sguardo segreto dell’animale, ovvero la “gabbia azzurra dentro cui volano le poiane”. Marino Magliani, seguendo la peregrinazione dei “suoi cani”, affronta in modo nuovo e creativo, un tema di estrema attualità, quello della crisi antropologica del vivente.

Roberto Perrotti

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