Tutti gli articoli di Festival dell'Erranza

Pietro Condorelli & Underground5ET

Nato a Milano ma casertano di adozione, Pietro Condorelli, dopo aver ottenuto il diploma in chitarra classica e una laurea al DAMS dal 1980 svolge attività concertistica e professionale sia in Italia che all’estero. Ha collaborato con importanti esponenti del jazz internazionale come Jerry Bergonzi, Lee Konitz, Franco Cerri, Giulio Capiozzo, Gary Bartz, George Cables, Jimmy Woode, Fabrizio Bosso, Charles Tolliver, Bob Mover, Steve La Spina segnalandosi come uno dei migliori chitarristi jazz italiani.

Ha collaborato stabilmente, dal 1994 al 1996 con il noto gruppo di jazz e progressive rock degli Area. Nel 1997 ha vinto il referendum della critica “Top jazz” (Musica Jazz) come miglior nuovo talento Oltre alla carriera musicale ha al suo attivo un’intensa attività didattica, avendo svolto il ruolo di interprete e coadiuvatore in seminari di diversi chitarristi di fama internazionale come Mike Stern, Mick Goodrick, Jim Hall, Joe Diorio. Ha insegnato presso Siena Jazz dal 2000 al 2015. È inoltre titolare della cattedra di jazz presso il Conservatorio San Pietro a Majella di Napoli. Condorelli ha diretto la Feelix Big Band fino al 2020.

Tra gli album pubblicati, da ricordare ‘Guitar Style Journey’ (1996), ‘On my browser’ (1998), ‘Quasimodo’ (2000), ‘Easy’ (2005), ‘Visions’ (2022)[1] e ‘Native Language’ (2024).

Nel 2011 si aggiudica la prima posizione – per la categoria “chitarra jazz” – del Jazzit Award 2011, il concorso indetto ogni anno dalla rivista musicale Jazzit.

 

UNDERGROUND5ET

Underground è una formazione nella quale si alternano da anni i musicisti più significativi del panorama musicale casertano e napoletano. Sarah Adamo voce, affascinata dalle sonorità e atmosfere dalla musica jazz. Si forma al Conservatorio Giuseppe Martucci di Salerno e collabora, fra gli altri, con Alice e Nino Bonocore. Andrea Giuntini, al piano e alle tastiere, è un compositore ed arrangiatore e ha collaborato, fra gli altri, con Gianni D’Argenzio e Doralisa Barletta. Enzo Faraldo al basso, è un’indiscusso rappresentante del jazz casertano. Ha collaborato, fra gli altri con Fausto Mesolella, Jimmy Owens, Tony Scott, Giulio Capiozzo (Area). Raffaele Natale alla batteria, dopo gli studi con il maestro Francesco Nastro, ha collaborato con Ruben Rogers, Antonio Onorato, Giovanni Amato, Dario Deidda, Aldo Vigorito Sandro Ferrara alle percussioni, inizia la sua formazione con Rosario Jermano, percussionista di Pino Daniele e Fabrizio De Andrè. Si perfeziona alla scuola del percussionista Peppe Sannino e dà vita al progetto Roleplay insieme a Pietro Ventrone, Pietropaolo Veltre, Cristina Zeta e Domenico De Marco.

Mimmo Locasciulli

Nato in Abruzzo, ha vissuto a Perugia e a Roma, dove si è laureato in medicina presso Università degli Studi di Roma “La Sapienza”

Entrato nei primi anni ’70 nella “scuderia” del Folkstudio di Roma, raggiunse il successo di pubblico con l’Album “Intorno a trentanni” nel 1982. Nello stesso periodo ha suonato il pianoforte e l’organo Hammond nell’album Titanic di Francesco de Gregori. Ad esso seguirono “Sognadoro” e “Mimmo Locasciulli” (dal quale fu estratto il brano “Buona Fortuna” con cui partecipò al Festival di Sanremo 1985)

Fu di quel periodo anche la collaborazione con Enrico Ruggeri con il brano “Confusi in un playback” ed una fortunata tournee di concerti, immortalato nell’omonimo live. Dopo l’album Clandestina, avviò una collaborazione con Riccardo Rinetti, che produsse (Adesso glielo dico) ed i successivi 3 album, sempre più orientato verso sonarità Jazz.

Continuando sempre la sua carriera di medico parallelamente a quella di musicista, nel 2009 Locasciulli ha pubblicato l’album Idra, registrato a New York. Fra i collaboratori del cantautore abruzzese per questo album figurano ancora Greg Cohen e Marc Ribot; l’autore ha definito Idra “un disco tematico sulle più grandi difficoltà dell’uomo di oggi”[4].

Nel 2016 Mimmo Locasciulli ha celebrato quarant’anni di attività discografica pubblicando il doppio album Piccoli cambiamenti[5], contenente molte delle sue canzoni più note insieme ad altre che, nel corso degli anni, ne hanno caratterizzato il percorso artistico. Un solo inedito, dal titolo omonimo, che vuole essere uno sguardo dall’alto sui cambiamenti del nostro tempo, di quello che ci circonda e della musica che ne scandisce il ritmo. Per questo disco sono stati realizzati due videoclip promozionali, uno per la title track e una per il brano Confusi in un playback. Quest’ultimo brano, scritto ed interpretato originariamente insieme ad Enrico Ruggeri, vede questa volta la collaborazione del cantautore emiliano Luciano Ligabue.

In tutti questi anni Mimmo ha esplorato i più disparati mondi musicali, lasciandosi contaminare di volta in volta dal rock e dal pop, spingendosi fino allo sconfinamento nella musica elettronica, nel blues e nel jazz.

L’elenco dei nomi che lo hanno affiancato, o con i quali Locasciulli ha scambiato esperienze ed apporti è davvero da capogiro: Francesco De Gregori, Enrico Ruggeri, Frankie hi nrg mc, Gigliola Cinquetti, Paolo Fresu, Gabriele Mirabassi, Piero Ciampi, Claudio Lolli, Paola Turci, Enrico Pieranunzi, Roberto Kunstler, Alex Britti, Goran Kuzminac, Stefano Di Battista, Roberto Gatto, Andrea Mirò, Alessandro Haber, e poi ancora Marc Ribot, Greg Cohen, Joey Baron, Büne Huber & Patent Ochsner, Lenny Picket, Willie Schwarz e molti altri ancora. Indifferente alle mode o alle sollecitazioni di mercato Mimmo Locasciulli ha seguito una sua personale strada musicale, fatta soprattutto di coerenza, ma anche di ricerca, di curiosità e di sconfinamenti in ambiti musicali diversi dal suo habitat artistico naturale. Con questa speciale dotazione egli si è conquistato, ed ancora conserva, un posto di primissimo piano nel panorama della canzone d’autore italiana.

Nel 2016 l’Associazione “Civilia – Cultura, parole e musica” gli assegna il Premio “Civilia – Canzone d’Autore”.

Nel 2022 ha rivisto l’album che lo portò al successo reinterpretandolo in Intorno a Trentanni – Revisited con la partecipazione di artisti come Eugenio Finardi, Brunori S.A.S. e Stefano di Battista.

Ha anche prodotto con la sua etichetta Hobo, producendo album di Stefano Delacroix, Goran Kuzminac, Alessandro Haber e Claudio Lolli.

X edizione

16, 17 settembre 2022

La Partenza e la Restanza

Il tema di questa edizione interesserà il Partire e il Restare, aspetti inseparabili e intrecciati alla storia dell’umanità.
L’uomo è continuamente in viaggio anche quando pensa di sostare.
Il sentimento della restanza stabilisce una relazione di reciprocità Leggi tutto

Battista Marello – “Potenza dei volti”

Battista Marello, ha il suo studio nel Belvedere di San Leucio di Caserta, comunità  della quale è parroco dal 1973. Allestisce personali presso lo Studio Oggetto di Caserta, la “Galleria li Segno”, la “Galleria San Fedele” di Milano, 1990, la” Galerie Jesse” di Bielfeld (Germania) 1991,    Castel dell’Ovo
Napoli, 2009, l’Insula Sacra di Positano, 2010, le Gallerie campane presenti all’Expo di Bari , partecipa alla trasmissione “Un parroco artista” (RAI 1, l 990). Cura la mostra “Apparizione”, dedicata a Giovanni Paolo II a Caserta, 1992; realizza il portale in bronzo per la chiesa di Valeggio di Verona.  Fra le sue opere, le porte bronzee per Cetara presso Amalfi, quelle della Cattedrale Vanvitelliana di Caserta, del Duomo duecentesco di Caserta Vecchia, del Duomo di Positano, del Santuario mariano  Ariano Irpino e del portale minore della chiesa del Bernini in Castel Gandolfo. Fra le sculture si ricordano la Madonna della Salute ai piedi delle Dolomiti, la Colonna di Fuoco antistante la Cattedrale di Sessa Aurunca e La mensa infranta, opera commemorativa del terremoto in Irpinia.

Antonio Biasiucci – “Epifanie”

un progetto di Antonio Biasiucci (scarica qui il PDF)

Antonio Biasiucci nasce a Dragoni (Caserta) nel 1961. Nel 1980 si trasferisce a Napoli, dove comincia un lavoro sugli spazi delle periferie urbane e contemporaneamente una ricerca sulla memoria personale, fotografando riti, ambienti e persone del paese nativo. Nel 1984 inizia una collaborazione con l’Osservatorio vesuviano, svolgendo un ampio lavoro sui vulcani attivi in Italia. Nel 1987 conosce Antonio Neiwiller, attore e regista di teatro: con lui nasce un rapporto di collaborazione che durerà fino al 1993, anno della sua scomparsa. Fin dagli inizi la sua ricerca si radica nei temi della cultura del Sud e si trasforma, in anni recenti, in un viaggio dentro gli elementi primari dell’esistenza. Ha ottenuto importanti riconoscimenti, tra cui, nel 1992, ad Arles, il premio “European Kodak Panorama”; nel 2005 il “Kraszna/Krausz Photography Book Awards”, per la pubblicazione del volume Res. Lo stato delle cose (2004) e, nello stesso anno, il “Premio Bastianelli”; nel 2016 Premio Cultura Sorrento. Numerosissime le mostre personali e le partecipazioni a mostre collettive, a festival e rassegne nazionali e internazionali. Ha collaborato inoltre a diversi progetti editoriali e ha partecipato a importanti iniziative culturali di carattere sociale. Biasiucci è stato invitato fra gli artisti del Padiglione Italia alla Biennale di Venezia del 2015. E’ docente di “Fotografia come linguaggio artistico” presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli. Nel 2012 fonda il “LAB/per un laboratorio irregolare” come azione di volontariato sociale. Ideato da Antonio Biasiucci il Lab risponde all’esigenza di creare un percorso per giovani artisti, in cui trasmettere un metodo di costante approfondimento e critica del proprio lavoro.

Molte sue opere fanno parte della collezione permanente di musei e istituzioni, in Italia e all’estero, tra cui: Istituto nazionale per la grafica, Roma; MAXXI, Roma; PAN Palazzo delle Arti, Napoli; MADRE-Museo d’Arte Contemporanea Donna Regina, Napoli; Metropolitana di Napoli; Galleria Civica di Modena; Museo di fotografia contemporanea Villa Ghirlanda, Cinisello Balsamo (Milano); Fondazione Sandretto Re Rebaudengo per l’Arte Contemporanea, Guarene (Cuneo); Fondazione Banco di Napoli; Collezione Banca Unicredit, Bologna; Bibliothèque nationale de France, Parigi; Maison Européenne de la Photographie, Parigi; Château d’Eau, Tolosa; Musée de l’Elysée, Losanna; Centre de la Photographie, Ginevra; Fondazione Banca del Gottardo, Lugano; Centre Méditerranéen de la Photographie, Bastia; Galerie Freihausgasse, Villach (Austria); Departamento de investigación y documentación de la Cultura Audiovisual, Puebla (Messico), Mart, Rovereto, Pio Monte Della Misericordia, Napoli; Fondazione Modena per la fotografia. Musei Vaticani.